CRONACA

Lamarck rivisitato

CRONACA - Alcuni tratti acquisiti possono essere ereditati. Il lamarckismo, buttato efficacemente fuori dalla porta dal darwinismo alla metà del XIX secolo, rientra dalla finestra? In parte, sembrerebbe proprio di sì. Al Medical Center della Columbia University, un gruppo di ricercatori ha scoperto le prime prove dirette che un tratto acquisito può essere ereditato senza coinvolgere il Dna. Lo studio è stato pubblicato nel numero di dicembre di Cell.
CRONACA

Troppo presto per parlare di Higgs

CRONACA - Higgs o non Higgs? Per il momento non si può ancora dire. Nel seminario tenuto al Cern il 13 dicembre, i portavoce degli esperimenti Atlas e Cms hanno presentato lo stato degli studi dei due gruppi sull'ormai celebre bosone di Higgs. I risultati, a livello teorico, non hanno sorpreso più di tanto. Del resto, era già stato annunciato qualche giorno prima della conferenza che, per risposte definitive, si sarebbe dovuto attendere il 2012. Ma qualcosa di nuovo c'è comunque, perché dalla conferenza è emerso un dato importante: le cifre. Si tratta di dati sufficienti a segnare un progresso significativo nella ricerca del bosone, ma non abbastanza da permettere dichiarazioni conclusive sull'esistenza - o la non esistenza - della sfuggente particella. Il risultato principale è che il bosone di Higgs, ammesso che esista, ha molto probabilmente una massa compresa tra 116 e 130 GeV, secondo Atlas (dove 1 GeV corrisponde a un miliardo di eV), e tra 115 e 127 GeV, secondo Cms. Indizi interessanti sono stati forniti da entrambi gli esperimenti in questa regione di masse, ma non sono ancora così provanti da permettere di parlare di una scoperta.
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Coprendo il foro passa più luce: i paradossi del microscopico

CRONACA - Senso comune vuole che, coprendo un'apertura, la luce non possa passarvi attraverso. Ricercatori della Princeton University, Stati Uniti, hanno invece scoperto che è vero il contrario: 'tappando' un forellino in una pellicola metallica non solo non si ferma la luce, ma addirittura se ne favorisce la trasmissione. Basta che anche il tappo sia di metallo. Lo studio, un esempio del capovolgimento della fisica che può avvenire a scale minuscole, è stato pubblicato sulla rivista Optics Express. L'ingegnere elettrico Stephen Chou e colleghi hanno bucato in più punti un sottile foglio metallico, per poi bloccare le aperture con un tappo di metallo. Puntando una luce verso i fori, hanno visto che, quando questi erano coperti, passava fino al 70 per cento di luce in più rispetto a quando erano lasciati scoperti
SALUTE

La mamma è depressa? Il bimbo lo sente

SALUTE - Mentre il feto cresce nel grembo della madre, riceve costantemente suoi messaggi. Ma non si tratta soltanto del battito del suo cuore o della musica che ascolta e che tamburella con le dita sulla pancia. Al feto arrivano anche segnali chimici, attraverso la placenta. Un nuovo studio, che sarà pubblicato sul prossimo numero di Psychological Science, rivista dell'Association for Psychological Science statunitense, ha scoperto che tra le informazioni che arrivano al feto ci sono anche quelle sullo stato mentale della madre. Se la madre è depressa, per esempio, ciò influisce sullo sviluppo del bambino dopo la nascita.
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La fonte della prolungata giovinezza

SALUTE - Cellule che ringiovanisco: ci siamo. A infrangere questa barriera finora impenetrabile è riuscito un gruppo di ricercatori francesi. Alcuni pazienti ultracentenari si sono prestati alla causa scientifica (con una posta in palio del genere, chi non l'avrebbe fatto?) donando delle cellule: queste sono poi state riprogrammate in laboratorio attraverso una cura di 'ringiovanimento', che ha permesso loro di recuperare le caratteristiche di cellule staminali embrionali, capaci di differenziarsi in cellule di ogni tipo di tessuto umano. Questo risultato rappresenta un importante progresso nella ricerca sulle staminali pluripotenti (che mantengono, cioè, capacità proliferative durante tutta la vita dell'individuo), e un ulteriore passo in avanti per la medicina rigenerativa.
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Mai più ghiaccio nel nostro gelato

- Capita a volte di tirare fuori una vaschetta di gelato dal congelatore, di prenderne qualche cucchiaiata e di lasciare la vaschetta sul tavolo mentre ci si tuffa nel godimento ipercalorico sottozero. Poi, con calma, si mette a posto la vaschetta e, quando la si riprende la volta successiva, la trama vellutata del variegato alla fragola è diventata ruvida e fastidiosa al palato, e anche il sapore è meno intenso. La colpa è dei cristalli di ghiaccio (oltre che nostra, per aver lasciato il gelato fuori dal freezer). Tra qualche tempo, però, problemi di questo tipo potrebbero essere eliminati. Infatti, un gruppo di ricercatori francesi del del Cnrs (l'equivalente del Cnr italiano) e dell'azienda Saint-Gobain hanno scoperto che un composto chimico originariamente pensato per evitare l'aggregazione spontanea di particelle in una sospensione si dimostra capace di controllare la formazione di cristalli di ghiaccio. Questa ricerca, pubblicata in linea sulla rivista PLoS One, fornisce anche nuovi indizi per l'elaborazione di equivalenti sintetici alle proteine antigelo diversi da quelli oggi noti.
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Un Dna per materiali artificiali

FUTURO - Ricercatori dell'Università di New York hanno sviluppato strutture artificiali capaci di autoreplicarsi: si tratta di un risultato dalle grandi potenzialità, che potrebbe portare a nuovi tipi di materiali. Nel mondo naturale, l'autoreplicazione è un processo che avviene in tutti gli esseri viventi, ma non si era ancora riusciti a ottenere il suo equivalente artificiale. La nuova invenzione è il primo passo verso un processo generale di autoreplicazione di una grande varietà di strutture-seme arbitrariamente progettate. Le strutture-seme sono composte da Dna organizzato in motivi a tegola, che hanno...
CRONACA

Amorfo ma duro come il diamante: ecco il nuovo carbonio

CRONACA - Il carbonio è il quarto elemento più abbondante dell'universo: esiste in una grande varietà di forme, dette allotropi, che includono il diamante e la grafite (il materiale dell'anima delle matite). Scienziati del Laboratorio di Geofisica della Carnegie Institution for Science di Washington fanno parte di un gruppo che ha scoperto una nuova forma di carbonio, capace di tollerare pressioni estreme: una caratteristica prima d'ora osservata soltanto nei diamanti. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Physical Review Letters. Del gruppo, guidato da Wendy L. Mao di Stanford e dalla sua collaboratrice Yu Lin, fa parte anche una ricercatrice italiana, Maria Baldini, del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Stanford. L'esperimento è partito da una forma di carbonio - detto carbonio vetroso - sintetizzata per la prima volta negli anni Cinquanta, e di cui si era nota la capacità di combinare alcune utili proprietà dei vetri e delle ceramiche con le caratteristiche della grafite. Il gruppo ha creato il nuovo allotropo del carbonio comprimendo il carbone vetroso a più di 400.000 volte la normale pressione atmosferica.
CRONACA

I geni che raccontano la Storia

CRONACA - La genetica può narrare la storia dell'essere umano. Un gruppo di ricercatori della Cornell University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un nuovo metodo statistico, basato su sequenze genomiche intere di persone attualmente viventi, per fare luce su eventi che risalgono all'alba della storia umana. Il gruppo ha applicato il metodo ai genomi di individui discendenti da popolazioni di Sud-est asiatico, Europa e Africa occidentale e meridionale. Benché l'analisi si sia limitata a sei genomi soltanto, i ricercatori si sono basati sulla nozione che questi pochi genomi contengono comunque tracce di materiale genetico di migliaia di antenati umani, assemblatisi in nuove combinazioni durante i millenni attraverso la ricombinazione genetica.
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Gli scopi pacifici del laser da guerra

FUTURO - Un gruppo di ricercatori della Michigan State University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un laser capace di rilevare ordigni artigianali, l'arma più letale in cui s'imbattono i soldati in Iraq e Afghanistan. Il laser, dall'aspetto simile a un semplice puntatore per presentazioni, ha in potenza sensibilità e selettività sufficienti da esplorare vaste zone e rilevare dispositivi esplosivi improvvisati, armi responsabili di circa il 60% delle morti tra i soldati della coalizione condotta dagli Stati Uniti (e di cui fanno parte, in Afghanistan, anche soldati italiani). Marcos Dantus, chimico, ha pubblicato i risultati del suo gruppo nell'ultimo numero di Applied Physical Letters
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