PODCAST

MrPod – Il tempo è in crisi

MRPOD - Ieri, oggi, domani. Ci sembrano concetti chiari, condivisi. Un'ora è un'ora per tutti. Ma la scienza c'insegna che spesso il mondo non è come ci appare a prima vista. E anche il tempo non è assoluto come tendiamo a pensare nella nostra vita quotidiana. Un secolo fa, la teoria della relatività generale di Albert Einstein ha smantellato il concetto di tempo galileiano, universale, dimostrando che ore, minuti, secondi si possono contrarre e dilatare a seconda della velocità a cui ci si muove. Più è alta la velocità, più le lancette rallentano. Ma anche la gravità distorce il tempo: maggiore è l'una, più lento è l'altro, così che per chi vive al mare le giornate passano (in maniera infinitesimale) più lentamente rispetto a chi vive in montagna e addirittura nell'Universo, in prossimità dei buchi neri che esercitano un fortissimo campo gravitazionale, l'orologio di un osservatore esterno si fermerebbe
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Mr Pod – Neuroscienze in tribunale

MR POD - La neurogenetica e il neuroimaging, cioè l'uso di test genetici e la risonanza magnetica sono entrati nei tribunali per aiutare a capire se una persona accusata sia imputabile o a maggior rischio di comportamenti violenti. Nel futuro questi test saranno sempre più utilizzati. Di questo si è parlato nel corso del convegno "Neuroetica e tribunali" organizzato dal CNR di Roma. Ne abbiamo parlato con Mario Decaro, docente di Filosofia morale all'Università Roma 3 e alla Tufts University di Boston
COSTUME E SOCIETÀ

Uomini e serpenti: amici mai

COSTUME E SOCIETÀ - Giusto in tema con il Carnevale della biodiversità ospitato quest’anno da OggiScienza, un articolo sui Proceeding of the National Academy of Sciences ricostruisce la complicata convivenza tra umani e serpenti sin dalla preistoria, spiegando le ragioni dell’atavica paura, mista a fascino e repulsione, che da sempre suscitano in noi gli ofidi. Oggigiorno non abbiamo reali ragioni per temerli, date le rarissime, per non dire nulle, occasioni d’incontri ravvicinati. Eppure, la vista di un serpente, anche se appare solo in un documentario naturalistico, genera una reazione istintiva, negli adulti come nei bambini. Quasi che l’ofidiofobia, la fobia dei serpenti, sia scritta nei nostri geni, una sorta di spia d’allarme impressa nel Dna nel corso di centinaia di migliaia di anni. Perché ci spaventano tanto? Cos’è successo nel passato tra la specie umana e gli striscianti rettili carnivori?
SALUTE

Lui, lei e il papillomavirus

SALUTE - Il papillomavirus, o Hpv, è nemico giurato delle donne, essendo il responsabile del 99% dei tumori al collo dell’utero. Ma non è tanto amico neppure degli uomini. Nuove ricerche stanno mettendo in luce che quest’infezione, trasmessa principalmente attraverso i rapporti sessuali, provoca nei maschi guai peggiori di quanto finora si pensasse. “Il virus aderisce agli spermatozoi, rendendoli più radi, più lenti e meno reattivi”, annuncia Carlo Foresta, direttore del Centro di crioconservazione dei gameti maschili dell’Università di Padova. Le analisi condotte nel suo laboratorio hanno dimostrato che i campioni di liquido seminale positivi all’Hpv presentano alterazioni biologiche, in particolare nella quantità e nella motilità degli spermatozoi. “Una condizione che predispone all’infertilità”, è il logico corollario. Si stima che il 10% degli uomini infertili sia portatore del virus, contro il 2,2% della popolazione generale.
CRONACA

Una rete radar contro le alluvioni

CRONACA - Dopo le disastrose alluvioni che le settimane scorse hanno sommerso la Liguria e la Toscana, è il momento di ragionare sulle contromisure. “Le bombe d’acqua non sono eventi imprevedibili e non dovrebbero coglierci di sorpresa”, osserva Guido Visconti professore di fisica dell'atmosfera e oceanografia all'Università de L'Aquila e direttore del Centro di eccellenza per la previsione di eventi meteorologici severi (Cetemps). Quello che serve sono strumenti adeguati per il “nowcasting”, ovvero le previsione istantanee nell’arco di tempo non coperto dai modelli meteo. “In questo campo l’Italia paga un annoso ritardo. Siamo l'unico paese europeo, insieme alla Grecia, dotato ancora di un servizio meteorologico militare. La ricerca scientifica ne è stata penalizzata ed è rimasta indietro”. Per colmare l’arretratezza, dieci anni fa ha preso il via il progetto “Rete radar nazionale”, coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, allo scopo di potenziare il monitoraggio atmosferico e fare un salto di qualità nelle previsioni a breve termine. Finora sono stati installati otto radar, più cinque che a breve saranno in funzione. A regime, la rete conterà 30 radar, di cui 26 fissi e 4 mobili.
SALUTE

Tutte le bugie delle banche private del cordone

Aggiornamento 16/05/2016 Poiché continua a essere una valida fonte di informazioni sulla possibilità di conservare il cordone ombelicale, questo articolo viene ancora largamente letto e condiviso dai nostri lettori e ospita un acceso dibattito tra i commenti. Precisiamo tuttavia che non è recente, ma è stato scritto nel 2011. Si è aggiudicato un EU Health Prize for Journalists per il suo valore informativo e il premio giornalistico Riccardo Tomassetti "Per aver affrontato con apprezzabile chiarezza e rigore scientifico un argomento estremamente controverso, in cui scarsa informazione e interessi economici offuscano la...
CRONACA

Sfida (civile) al Gps

CRONACA - Il Gps ha le ore contate. In futuro, sarà il sistema di navigazione Galileo a guidare chi non sa quale strada prendere (almeno da questa parte dell'Atlantico). Dopo una lunga e complessa gestazione durata 10 anni, l'Europa, con l'Agenzia spaziale europea, ha finalmente mandato in orbita  i primi due satelliti operativi della sua costellazione orbitale di geocalizzazione. A regime il sistema Galileo conterà 30 “occhi” intorno alla Terra, a 23 mila chilometri di altitudine, e surclasserà in termini di prestazioni e affidabilità l'utilizzatissimo Gps americano, finora sovrano. Il...
CRONACA

La prova del Dna a processo

CRONACA - La sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher si è giocata soprattutto sulle prove scientifiche. Quelle che per i pm erano evidenze schiaccianti di colpevolezza, tanto da valere la condanna in primo grado nel 2009 per entrambi gli imputati, 26 anni a lei, 25 a lui, sono state giudicate prove inattendibili per la Corte di assise d'appello. Il verdetto è stato completamente ribaltato per una diversa, e opposta, valutazione dei test del Dna. Come sempre più spesso accade, la “prova delle prove”, anziché rappresentare un inconfutabile elemento del dibattimento giudiziario, diventa oggetto di asprissime battaglie.
CRONACA

C’è radioattività nell’aria?

CRONACA - L'Autorità per la sicurezza nucleare l'aveva detto subito, dopo le prime indagini sul posto, che non c'era da aver paura. Ma quando scoppiano allarmi nucleari, come l'incidente avvenuto ieri mattina nell'impianto di smaltimento di scorie di Marcoule, in Francia, a poche centinaia di chilometri dai confini italiani, il tarlo s'insinua comunque. Diranno la verità? Ci si può fidare? Purtroppo, (e la centrale giapponese di Fukushima è l'ultimo esempio) in casi di questo tipo non sempre la trasparenza e la correttezza nelle informazioni sono state messe al primo posto. Stavolta è davvero come dicono. Nessuna “nube tossica”, neanche una minima fuoriuscita.Se ci fosse stata, non sarebbe certo sfuggita alla sensibilissima strumentazione in mano agli esperti dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, a Milano. È un “naso” estremamente più fine dei normali rivelatori che si utilizzano per valutare il rischio per l'ambiente o la salute.
POLITICA

Telescopio cerca sponsor

POLITICA - Non c'è pace, sembra, per Vst (Vlt Survey Telescope), il grande occhio italiano che dalla cima del Cerro Paranal, in Cile, ha appena iniziato a gettare lo sguardo nell'immensità dei cieli del sud. Era giugno scorso quando, dopo oltre 10 anni di lavori, 15 milioni di euro investiti e disastrosi incidenti di percorso eroicamente superati, lo scalognato telescopio spalancava la sua pupilla da 2,6 metri di diametro. Le prime immagini, riprese con il suo obiettivo esagerato da 268 mega-pixel, sono mozzafiato. Gli astronomi gongolano. Finalmente le aspettative della comunità scientifica e gli sforzi di tante persone dedicatesi alla costruzione del Vst sono ripagati. Si brinda. Passano pochi mesi (io nel frattempo ho lasciato la redazione di Media Inaf, dove seguivo da vicino le vicende dell'astronomia nazionale e non solo), e leggo un articolo che non lascia presagire niente di buono: “L'Italia non ha soldi per interpretare i dati dal nuovo telescopio in Cile”. È su Science online, e riprende in realtà un allarme lanciato da L'Espresso qualche settimana prima. Ma come? Non ha fatto in tempo a entrare in funzione che già Vst potrebbe dire addio alle stelle (della serie, è stato breve ma intenso)? POLITICA - Non c'è pace, sembra, per Vst (Vlt Survey Telescope), il grande occhio italiano che dalla cima del Cerro Paranal, in Cile, ha appena iniziato a gettare lo sguardo nell'immensità dei cieli del sud. Era giugno scorso quando, dopo oltre 10 anni di lavori, 15 milioni di euro investiti e disastrosi incidenti di percorso eroicamente superati, lo scalognato telescopio spalancava la sua pupilla da 2,6 metri di diametro. Le prime immagini, riprese con il suo obiettivo esagerato da 268 mega-pixel, sono mozzafiato. Gli astronomi gongolano. Finalmente le aspettative della comunità scientifica e gli sforzi di tante persone dedicatesi alla costruzione del Vst sono ripagati. Si brinda. Passano pochi mesi (io nel frattempo ho lasciato la redazione di Media Inaf, dove seguivo da vicino le vicende dell'astronomia nazionale e non solo), e leggo un articolo che non lascia presagire niente di buono: “L'Italia non ha soldi per interpretare i dati dal nuovo telescopio in Cile”. È su Science online, e riprende in realtà un allarme lanciato da L'Espresso qualche settimana prima. Ma come? Non ha fatto in tempo a entrare in funzione che già Vst potrebbe già dire addio alle stelle (della serie, è stato breve ma intenso)?
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