Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.
CRONACA

Due in uno

NOTIZIE - Lo stesso neurone può usare due diversi modi per comunicare con gli altri neuroni. L’osservazione è importante sia per comprendere meglio la biochimica del cervello che i meccanismi difettosi che portano a malattie neurodegenerative come il parkinsn e l’alzehimer. I neuroni vengono spesso identificati in base al neurotrasmettitore che usano nelle sinapsi per comunicare con il neurone successivo. Il segnale nervoso (il codice con dell’informazione nel cervello) è di natura elettrica e si propaga lungo i nervi (gli assoni, delle propaggini che si allungano dal corpo del neurone) fino a che non incontra una sinapsi e cioè il punto di contatto fra un neurone e un altro neurone). In questo piccolo spazio vuoto il codice nervoso diventa chimico: l’informazione elettrica viene tradotta con dei messaggeri chimici – neurotrasmettitori – e traghettata al nuovo neurone che ritraduce il segnale in elettrico e così via. Esistono diverse classi di neurotrasmettitori con caratteristiche diverse e spesso i euroni vengono identificati in base a quello che usano.
CRONACA

Di Miller/Urey non si butta via nulla

NOTIZIE – Il primo è forse uno degli esperimenti più famosi nella storia della scienza: nel 1952, nei laboratori dell’Università di Chicago Stanley Miller e Harold Urey hanno (per una settimana) bombardato con continue scosse elettrice (che simulavano dei fulmini) un’ampolla contenente una miscela di gas (il cosiddetto “brodo primordiale” che si ipotizzava molto simile alla composizione dell’atmosfera originaria della terra, e cioè vapore acqueo, ammoniaca, idrogeno, metano e altro). Alla fine dei sette giorni una parte delle sostanze chimiche presenti nella miscela gassosa si era convertita in composti di natura organica, anche alcuni aminoacidi, i mattoncini che fanno le proteine. Dopo questo primo esperimento Miller e colleghi ne condussero altri con diverse miscele gassose ma i risultati di questi successivi sono rimasti accuratamente custoditi negli archivi dell’Universita di Chicago
CRONACA

Spirit silenzioso

NOTIZIE - Non tutto è perduto, ma diciamo che le speranze di tornare a cogliere qualche segnale dal rover marziano Spirit si fanno via via più fievoli. Specialmente dopo che qualche giorno fa è stato raggiunto il momento dell’anno marziano in cui la sonda ha ricevuto il massimo dell’illuminazione solare (vitale per la sua alimentazione) e non ha dato comunque segni di vita. Avevamo lasciato il rover impantanato nelle sabbie marziane, all’inizio della brutta stagione sul Pianeta Rosso, pronto per andare in stand-by in attesa che le temperature salissero di nuovo e l’illuminazione fosse sufficiente a rimetterlo al lavoro. Nonostante l’arrivo della stagione calda lo ritroviamo nella stessa condizione, stavolta del tutto silenzioso.
CRONACA

Piove metano su Titano

NOTIZIE - Anche su Saturno la primavera avanza, e sulle aride distese desertiche all’equatore di Titano, la sua seconda luna più grande, piove metano. Lo hanno osservato i membri dell’Imaging Team della sonda Cassini (al quale contribuisce anche l’INAF con lo strumento VIMS) - la missione che vede collaborare ESA e NASA, da quasi sette anni in orbita intorno a Saturno - che hanno pubblicato ieri su Science (ma avevano già anticipato le osservazioni il mese scorso su Geophysical Research Letters).
CRONACA

Gli effetti del Prozac sul cervello

NOTIZIE - Aumentano i livelli di serotonina (impendendone il riassorbimento) nel cervello e sono usati per trattare l’ansia e la depressione. I farmaci simili al Prozac provocano cambiamenti a lungo termine nel funzionamento del cervello, e in uno studio pubblicato ieri su Molecular Brain, un gruppo di ricercatori della Nippon Medical School, ha analizzato gli effetti a livello fisiologico che la fluoxetina (il principio attivo del Prozac) provoca nell’ippocampo. L’ippocampo è una struttura cerebrale collegata alle funzioni di memoria, e alcuni studi ne hanno dimostrato il coinvolgimento nell’Alzehimer. L’ippocampo mostra una notevole plasticità, cioè le connessioni fra neurone e neurone continuano a cambiare per tutto il corso della vita (e questo processo starebbe alla base dell’immagazzinamento dei ricordi)
CRONACA

Il meglio che si può

NOTIZIE - Il Giappone è all'avanguardia per quanto riguarda la prevenzione sismica e anti-tsunami. Nonostante il numero delle vittime e i danni siano ingenti, (lo stesso premier giapponese, Naoto Kan, ha definito il terremoto la tragedia più grande che ha colpito ilpaese dopo la seconda Guerra Mondiale) le cose avrebbero potuto andare molto peggio, a ribadire (sempre e con forza) che in caso di eventi sismici la prevenzione è fondamentale. Con Fabio Romanelli, sismologo dell'Università di Trieste, facciamo il punto di quanto è successo a livello sismico e parliamo di earthquake warning (via sms) e di tsunami warning.
CRONACAPOLITICA

Il placebo non è innocuo

NOTIZIE - E se usato a sproposito lede i diritti del cittadino. Ahimè, è tutto in tedesco, per cui non sono in grado di leggere il report originale dell’Associazione dei Medici tedeschi (per chi masticasse la lingua, lo trovate qui). La notizia è però rimbalzata sui media in lingua inglese, e credo sia interessante rifletterci un po’. Almeno metà dei medici tedeschi dell’Università di Medicina di Hannover hanno dichiarato che prescriverebbero placebo ai loro pazienti (per esempio vitamine o rimedi omeopatici). Anche circa la metà dei medici che hanno partecipato a un’indagine Svizzera ha dichiarato lo stesso. Che i medici ricorrano spesso al placebo, per curare i piccoli malanni di pazienti che essenzialmente cercano un po’ di comprensione e “cura” dal proprio medico, non è una novità. Una ricerca del genere in Italia non è stata fatta, ma l’anedottica medica vuole questa pratica diffusa anche nel nostro paese (bello sarebbe che qualcuno si occupasse di fare una verifica sistematica). Nel 2008 è uscita una ricerca negli Stati Uniti dove si riportano statistiche molto simili a quelle tedesche.
CRONACAPOLITICA

Agli aborigeni quel che è degli aborigeni

NOTIZIE - Quando si tratta di restituire un reperto archeologico i britannici sono un po’ come quei bambini che quando la mamma li sgrida - “ridai il giocattolo a tuo fratello” - allungano la mano porgendo riluttanti l’oggetto, ma stentano a mollare la presa (costringendo l’altro a tirare con forza). Questa volta però ce l’han fatta. Il Museo di Storia Naturale (NHM) di Londra in soli 18 mesi di negoziazione ha annunciato ieri che restituirà agli aborigeni delle isole dello stretto di Torres (sparpagliate fra la costa nord dell’Australia e la Nuova Guinea) una raccolta di “teste decorate”, una mummia e altri reperti assortiti (141 “pezzi” in tutto, che attraverso le analisi si ritiene appartengano a 119 individui originari di quelle terre).
CRONACA

With a little help…

NOTIZIE - Gli elefanti sanno quando è il caso di chiedere una mano. Uno studio sugli elefanti asiatici dimostra che questi animali sono in grado di capire quando falliranno in un compito, a meno di non essere aiutati da un compagno. Pubblicata su PNAS la ricerca dimostra che i pachidermi, come gli scimpanzé, le iene e le cornacchie sono animali in grado di cooperare. Nell’esperimento è stato usato un procedimento classicamente utilizzato per gli scimpanzé e adattato agli elefanti, dove la ricompensa viene vinta solo se due animali cooperano, altrimenti non ottengono nulla.
CRONACA

Of mice and men

NOTIZIE - “Nuovo farmaco anti-cancro si dimostra efficace.” Nei topi però. Quante di queste notizie leggiamo ogni giorno sui media (questo blog compreso)? Quanti di queste scoperte portano a un vero e proprio farmaco efficace sull’essere umano? I dati dicono che solo il 5% dei prodotti che iniziano i trial clinici finiscono per essere commercializzati. Uno studio del 2003 ha per esempio calcolato che solo il 5% dei risultati più importanti ottenuti nella ricerca di base hanno portato a termine con successo l’iter clinico entro i dieci anni successivi dalla prima scoperta.
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