Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.
CRONACA

Estro femminile

NOTIZIE - Mi viene in mente un luogo comune che ho sentito spesso ripetere (principalmente da individui di sesso maschile, anche se non mancano gli esempi femminili). Il concetto è più o meno questo: la sessualità maschile è più fisica, gli uomini avrebbero bisogno di fare sesso con una frequenza maggiore delle donne e più in generale nella scelta del partner sessuale (e forse anche di quello “romantico”) i maschi sarebbero guidati maggiormente “dagli istinti” rispetto alle femmine, che invece agirebbero guidate maggiormente dalla testa e dal cuore. Sono sicura che molti uomini si sentiranno offesi da una simile banalità (e spero mi scuseranno, riporto quanto sentito e non quello che penso), ma bisogna ammettere che queste voci girano. Dopo però succede che si pubblicano ricerche come questa di Steven Gangestad, sulla rivista Evolution and Human Behaviuor, e tutto va all’aria. Non so se per gli uomini sia una buona o una cattiva notizia, ma tant’è: anche le donne sono fortemente guidate dagli ormoni per quanto riguarda l’attrazione sessuale. Per la precisione lo studio di Steven Gangestad (Università del New Mexico, Albuquerque) ha osservato che l’attrazione sessuale delle donne che hanno una relazione stabile verso individui maschili esterni alla coppia varia con il ciclo mestruale e dipende anche da quante caratteristiche “mascoline” possiede il partner ufficiale. Forse a qualcuno a questo punto è venuto un piccolo brivido, ma vorrei rassicurare, studi come questi vanno ad analizzare gli “istinti basilari” e poco hanno a che fare con il libero arbitrio degli individui.
CRONACA

Memoria digitale batterica

NOTIZIE - Che il futuro della memoria digitale stia nei batteri? Sì, avete letto bene, batteri e non virus, e intesi in senso letterale. Nella fattispecie si tratta di Escherichia coli. Un team di studenti cinesi (dell’Università Cinese d Hong Kong) da qualche tempo sta infatti lavorando sulla “biomemoria”, e cioè la possibilità di immagazzinare le informazioni negli organismi viventi. Per ora Aldrin Yinn e colleghi sono riusciti a immagazzinare gli 8074 caratteri della dichiarazione di indipendenza americana (perché dei cinesi abbiano scelto questo testo resta un mistero, forse ha a che fare con la parziale sponsorizzazione della ricerca da parte del Massachusetts Institute of Technology) in diciotto cellule batteriche. Yinn ha presentato i risultati al concorso iGEm, promosso dal MIT, dove è stato premiato con una medaglia.
COSTUME E SOCIETÀ

Il mercato dell’auto si elettrizza

COSTUME - Il mercato dell’auto conta. Basta vedere (e in questi giorni ahimè la vicenda diegli stabilimenti di Pomigliano sta focalizzando l’attenzione dell’intera nazione) quanto è presente sulle pagine dei giornali. È un mercato che ha costituito nel secolo scorso uno dei più importanti settori nell’economia dei paesi industrializzati. Oggi si dice, è in declino, complice la crisi economica. Certo è che in qualche modo questo settore “pesante” inizia a incarnare meno lo spirito del tempo. L’automobile, mezzo costoso, comincia forse a vacillare anche come status symbol - anche se la mania per i SUV mi fa venire qualche dubbio in proposito -. Eppure dati alla mano, il settore è in forte calo, e molte compagnie automobilistiche stanno cerando di reinventarsi tracciando nuove rotte occupando nuove nicchie. Ringraziando il cielo, una delle nicchie adocchiata dai grandi produttori è quello delle auto ecologiche, per catturare quella grossa fetta di possibili acquirenti preoccupati per il riscaldamento globale, la vivibilità degli ambienti urbani, l’ambiente in genere. È possibile dunque che nei anni vedremo in giro sempre più auto elettriche (sarà questo il nuovo status symbol del millennio?)
CRONACA

La suina non è morta (ma forse non ci interessa più)

NOTIZIE - L’anno scorso in questo periodo eravamo in pieno delirio “influenza suina”. I media ci tartassavano, le scuole erano in subbuglio (ricordo una circolare del nido di mia figlia che chiedeva espressamente di firmare una lettere in cui i genitori si impegnavano a tenere a casa i figli al primo starnuto…) ma anche il Governo ci metteva del suo, spendendo milioni di euro per un vaccino rimasto sostanzialmente inutilizzato. E quest’anno? Il silenzio è assoluto, eppure… ... proprio ieri la Health Protection Agency (HPA) britannica ha diffuso il dato: nel Regno Unito da ottobre sono morte 27 persone di influenza, di cui 24 di suina (le altre tre di un altro ceppo). Si tratta di nove bambini e 18 adulti.
CRONACA

Ecosistema fossile

NOTIZIE - Una collina nel sudest della Cina nasconde un intero ecosistema marino risalente a 252 milioni di anni fa (ovviamente in forma fossile). La cosa più notevole è che questo ecosistema risale al periodo subito successivo alla più grande estinzione di massa alla quale abbia assistito il nostro pianeta. Fra i reperti: molluschi, ricci marini, artropodi e animali più grandi come pesci carnivori e antichissimi ittiosauri, rettili marini predatori, lunghi fino a 4 metri. E poi vegetali (anche una parte di una conifera) e interi pezzi di terreno fossilizzato.
CRONACA

Placebo sincero

NOTIZIE - Ecco, un risultato come questo, se confermato e generalizzato a tutta una serie di situazioni terapeutiche, potrebbe essere maledettamente utile: si legge sull’ultima edizione di PLoS One che l’effetto placebo funziona anche se i pazienti non vengono ingannati. L’effetto placebo avviene quando un paziente ha una remissione dei sintomi dopo la somministrazione di un trattamento fasullo – per esempio gli si presenta come farmaco un pillola che in realtà è soltanto una caramella. È un effetto psicologico di cui ormai si iniziano a conoscere abbastanza le basi biologiche, mediate, pare, da circuiti nervosi.
CRONACA

Nei latticini una sostanza “buona” contro il diabete

NOTIZIE - Generalmente i medici tendono a prescrivere (specie in età adulta) diete con basse quantità di latticini grassi. Chissà che però questo paradigma possa, almeno in alcuni casi cambiare. Sulla rivista Annal of Internal Medicine oggi esce una ricerca che ha individuato un collegamento fra i livelli sanguingni di acido trans-palmitoleico (un acido grasso insaturo) e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Più precisamente: livelli alti di questo acido grasso sono collegati a un rischio ridotto di sviluppare il diabete. Questa sostanza, dicono Dariush Mozaffarian e colleghi della Harvard School of Public Health, si trova principalmente nei latticini.
CRONACA

Pi greco, la costante che va su tutto

NOTIZIE - Pi greco. È stupefacente pensare che degli scienziati vadano a cercare una costante strutturale nell’organizzazione dei neuroni nel cervello e finscano per trovare il valore pi greco… Scusate, vado per ordine perché sennò non si capisce. Le connessioni fra neuroni nel cervello (in tutto il sistema nervoso a dire il vero) formano una struttura estremamente complessa. Troppo complessa perché sia definita in origine da istruzioni precise (cioè a livello di ogni singola connessione) contenute nei geni. Quello che è contenuto nei geni sono presumibilmente delle regole di massima che stabiliscono le connessioni principali fra le varie macro-aree e poi delle regole di autorganizzazione, autorganizzazione che viene guidata dall’attività dei neuroni stessi.
CRONACA

Cosa può fare un po’ di arsenico

NOTIZIE - Quello dei batteri all’arsenico della NASA mi sembra un case-study degno di interesse, sia per quanto riguarda la comunicazione pubblica della scienza, sia per quel che riguarda i processi di validazione dei risultati scientifici. La pubblicazione oggi di un documento di risposta alle critiche da parte degli autori mi da l’occasione di riparlarne.
CRONACA

Prevedere i temporali

NOTIZIE - Fa caldo, in cielo non c’è una nuvola. Ok, è il momento di prendere la bici e farsi quel bel giro che rimandavate da tempo. Peccato che proprio quando vi trovate nel bel mezzo del nulla, una ventina di chilometri da casa, in una sperduta stradina in mezzo ai boschi, il rombo di un tuono vi risveglia dall’idillio. In pochi minuti, zuppi, state maledicendo il meteo che non aveva fatto cenno a questa possibilità. Almeno vi sareste portati dietro la cerata. I temporali però sono la bestia nera dei metereologi: sono difficili da prevedere e soprattutto è difficile stimarne in anticipo l’intensità. Non sarebbe bello invece avere un servizio in grado di avvisarvi, anche nel giro di poche ore, dove, quando e quanto forte sarà il temporale (magari grazie a un applicazione del vostro cellulare)? Chan-Yi Liu, , un ricercatore dell’Università del Winsconsin, suggerisce di guardare alla faccia superiore dell’atmosfera, e non solo a quella inferiore, come si è fatto finora. Questo potrebbe migliorare decisamente le nostre capacità predittive rispetto ai temporali, ha dichiarato lo scienziato all’ultimo recente meeting dell’American Geophysical Society.
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