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Livello 6?

OTO - È di qualche ora fa la notizia che l’esplosione della centrale di Fukushima di ieri è stata classificata di livello 6 nella scala Ines (International Nuclear and Radiological Event Scale), ovvero la classificazione internazionale degli incidenti nucleari e radiologici, creata nel 1989 dall’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, e dall’Agenzia per l’energia nucleare dell’OCSE. La scala contempla 7 livelli, con un range che va dai ‘guasti’ (scala da 1 a 3) agli incidenti gravi e molto gravi (6 e 7). Quest’ultimi ad oggi riguardano la tragedia di Chernobyl nel 1986 (livello 7) e il meno noto incidente avvenuto a Kyshtym in Unione Sovietica (livello 6), dove in una fabbrica di armi nucleari negli Urali, una cisterna contenente scorie radioattive prende fuoco ed esplode, contaminando migliaia di chilometri quadrati di terreno.

Dal mangime alla pelliccia: il visone fa male all’ambiente

AMBIENTE - La produzione di pellicce è un attività a basso impatto ambientale. Così dice da tempo l'industria delle pellicce, che giustifica questa affermazione citando le misure che sarebbero adottate da molte aziende per la riduzione di emissioni di CO2 e dei consumi di acqua o energia. Ma lo studio appena concluso e reso pubblico da alcune associazioni animaliste europee (l'italiana LAV-Lega Anti Vivsezione, la belga GAIA-Azione Globale per i Diritti degli Animali e l'olandese Bont voor Dieren) smentisce clamorosamente queste affermazioni. Va detto che le citate associazioni non governative non hanno condotto in prima persona la ricerca in merito all'impatto ambientale della produzione di pellicce (in questo caso specificatamente quelle di visone), ma l'hanno commissionata a CE Delft, un centro di ricerca specializzato e indipendente.

Ancora minacce per le barriere coralline mondiali

MARE - Sono state paragonate ai canarini che un tempo venivano usati nelle miniere di carbone come sistema di allarme poichè la presenza di gas tossici avrebbe ucciso loro prima dei minatori. Sono le barriere coralline, un importante indicatore dello stato di salute dei nostri oceani, che come canarini in presenza di monossido di carbonio stanno diventando sempre più morte e silenziose. Secondo Reefs at Risk Revisited, il più recente ed esaustivo aggiornamento sullo stato di salute di questo ecosistema marino, più del 60% delle barriere coralline mondiali è attualmente minacciata dalla pesca eccessiva, dallo sviluppo non controllato dell'edilizia costiera e dall'inquinamento. A livello locale, le azioni più invasive sono rappresentate dall'uso di esplosivi per la pesca, dall’ingresso nelle acqua marine di eccessivi sedimenti dovuti a deforestazione e dalla cattiva gestione del territorio, da cui consegue un input eccessivo di nutrienti originati dall'agricoltura e di materiali tossici

Sei nata paperina che cosa ci vuoi far

AMBIENTE - Moby Duck. Avete letto bene, non è un errore di battitura. Si tratta invece del titolo di un libro-inchiesta recentemente pubblicato, che narra l’epopea di decine di migliaia paperelle da bagno e altri simili giocattoli gommosi alle prese con i flutti dell’immenso Oceano Pacifico invece delle ben più quiete sponde di una vasca da bagno casalinga. L’ha scritto l’americano Donovan Hohn, insegnante di letteratura inglese, affascinato da una storia che ha il variopinto sapore della tragedia ambientale ma anche dell’esplorazione avventurosa, della scoperta scientifica e dell’indagine sociologica. Tutto inizia nel gennaio 1992, quando a causa di una tempesta un cargo carico di animaletti di plastica appena usciti da una fabbrica di Hong Kong perde tre containers, che si rovesciano in mare e liberano il loro contenuto (29mila pezzi!). Da allora, tante papere, tartarughe, castori, rane e altri colorati animali “nuotano” tra le onde, restii ad affondare e resistenti alla degradazione da parte di micro-organismi batterici, come purtroppo avviene per gran parte della plastica

A parte il tonno rosso

Le misure sulla pesca della Commissione Europea continuano a cambiare nel tentativo di evitare lo sfruttamento insostenibile delle risorse ittiche....

La sabbia che inquina

POLITICA - Lo scorso settembre la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (Crbm) ha pubblicato "Insabbiati", un rapporto sul petrolio non convenzionale e lo sfruttamento delle sabbie bituminose. L'allarme lanciato riguarda i metodi estrattivi e le conseguenze che questi provocano sull'ambiente. Per capire quello che sta accadendo (e chi ne è il responsabile), abbiamo intervistato Elena Gerebizza, che si occupa di finanza per lo sviluppo per la Crbm e ci ha parlato di quello che è successo in Alberta e quello che sta accadendo oggi in Congo.
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