SALUTE - Il principale componente psicoattivo della marijuana, il THC (comunemente chiamato tetraidrocannabinolo) ha la potenzialità di sopprimere le funzioni...
Sono ancora controversi gli studi attorno all'ipotesi avanzata da Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, riguardo il legame tra sclerosi multipla e anomalie del flusso venoso extracranico. Un recente studio condotto dall'Università canadese McMaster e pubblicato su Plosone, ha infatti dimostrato come non ci sia alcuna correlazione tra la patologia individuata da Zamboni – l'insufficienza venosa cronica cerebrospinale o Ccsvi – e questa malattia neurodegenerativa.
SALUTE - I risultati di questa ricerca potrebbero aiutare a formulare diagnosi di sclerosi multipla più precoci e precise, offrendo anche un quadro del decorso temporale della malattia. Un gruppo di scienziati della CNRS francese, che lavorano all'Università Aix-Marseille a Marsiglia, hanno misurato grazie una tecnica specifica di risonanza magnetica le concentrazioni di sodio in pazienti affetti da sclerosi multipla (e in un gruppo di controllo).
I risultati sono stati netti. Nel cervello di pazienti affetti dalla malattia (sclerosi multipla recidivante remittente) sono presenti accumuli di sodio. Anche le differenze fra pazienti allo stadio precoce e quelli in fase avanzata hanno offerto indicazioni rilevanti: in coloro che avevano ricevuto una diagnosi entro 5 anni prima dell'esperimento (14 in tutto) gli accumuli ero localizzati in aree specifiche: il tronco encefalico, il cervelletto e il lobo temporale. Nei pazienti la cui diagnosi era più vecchia invece (15 soggetti) invece l'accumulo era generalizzato