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Quanto ci costa sovvenzionare le fonti fossili?

AMBIENTE - Ridurre i sussidi alle fonti fossili. Una richiesta che arriva da più voci a partire dal mondo della ricerca fino a Legambiente. A fine novembre tre esperti delle energie rinnovabili hanno pubblicato una lettera su Nature in cui chiedono una moratoria sulla costruzione di nuove centrali elettriche tradizionali per investire, anche, nello sviluppo delle energie rinnovabili. Nel programma di azione della Commissione Europea per la politica ambientale al 2020 si sottolinea come l’eliminazione dei sussidi fiscali legati ai carburanti fossili potrebbe ridurre di oltre 25 miliardi di euro la spesa di 21 Stati membri. La tendenza globale, però, evidenzia una crescita delle fonti fossili. Le ultime stime dell’International Energy Agency sulle sovvenzioni alle fonti fossili si attestano intorno ai 630 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 523 del 2011 e ai 412 del 2010
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Emissioni di gas serra: le pagelle

AMBIENTE - Il podio è rimasto vuoto. Nessun Paese è stato in grado di mettere in campo azioni virtuose per limitare le emissioni di gas serra al di sotto dell’obiettivo dei 2°C. Per questo motivo, il rapporto annuale sulla performance climatica di 61 Paesi redatto da Germanwatch non assegna i primi tre posti della graduatoria. A guidare la classifica, che si basa sul Climate Change Performance Index (un mix tra livello di emissioni di gas serra, trend nei principali settori, efficienza energetica e politica del clima) sono Danimarca, Svezia e Portogallo, rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto.
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Rifiuti pericolosi in movimento

AMBIENTE - Dal 2001 al 2009, le esportazioni legali di rifiuti pericolosi (infiammabili, tossici o corrosivi) in Europa sono aumentate del 131%, le importazioni del 197%, mentre la produzione è cresciuta del 28%. Secondo il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, che ha monitorato le rotte legali dei rifiuti, la maggior parte di quelli pericolosi resta dentro i confini europei, finendo soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi, che sono tra i maggiori importatori con, rispettivamente, 3 milioni e 2,8 milioni di tonnellate, seguiti dai Paesi Bassi e dall’Italia
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L’energia che viene dal vento

AMBIENTE - Se nel 2011 gli impianti eolici hanno raggiunto una potenza globale pari a 240 GW, entro il 2020 potrebbero superare i 1.000 GW. Secondo le stime del Global Wind Energy Outlook (GWEO), la relazione biennale sul futuro del settore eolico, l'energia prodotta dal vento potrebbe fornire fino al 12% dell'energia elettrica mondiale, valori 5 volte superiori agli attuali, creare 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro e ridurre le emissioni di anidride carbonica di oltre 1,5 miliardi di tonnellate l'anno
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I siti contaminati di interesse nazionale

AMBIENTE - Sono 57 i siti contaminati di interesse nazionale (SIN) presenti in Italia. Nel complesso coprono oltre il 3% del territorio nazionale e ben 38 si trovano nel territorio urbano di 30 città. Sono questi i dati che emergono dal rapporto sulla qualità dell'ambiente urbano redatto dall'Ispra. La più alta concentrazione di siti contaminati si trova a Napoli che ne conta sei, seguita da Milano con cinque. Numeri a parte, una delle situazioni più critiche riguarda la città di Taranto, caratterizzata da uno stato di contaminazione ambientale diffuso nelle zone a ridosso degli impianti industriali, con concentrazioni abbastanza rilevanti di idrocarburi e metalli pesanti. Una situazione che rappresenta la diretta conseguenza delle attività presenti sul territorio
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Impianti a rischio industriale

AMBIENTE - La città con il maggior numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR)? Ravenna, con 25 stabilimenti in cui sono o possono essere presenti sostanze potenzialmente pericolose e quindi soggetti alla normativa Seveso. Quella con la più alta densità di stabilimenti RIR? Brescia con 8 impianti, la maggior parte siderurgici. E dove vengono stoccate le sostante pericolose? A Venezia, con più di un milione di tonnellate. Sono alcuni dei dati racolti nel rapporto Ispra sugli indicatori urbani, che ha analizzato la presenza di stabilimenti RIR in 51...
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Il verde in città

AMBIENTE - Un giardinetto per far giocare i bambini, un parco per il jogging serale o per leggere un buon libro lontano dal rumore del traffico: chi non li vorrebbe nella propria città? Le aree verdi urbane sono una risorsa fondamentale per la qualità della vita. Non solo migliorano il microclima delle città e contribuiscono a mitigare l'inquinamento, ma aiutano il benessere dei cittadini, rendendo l'ambiente urbano più bello e piacevole. I dati, purtroppo, mostrano che nelle città italiane le aree verdi sono ancora poche. Secondo il rapporto Ispra sull'ambiente...
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Verso una mobilità sostenibile?

AMBIENTE - C'è ancora molto da fare, anche se gli esempi positivi sono in aumento. L'Italia, nel complesso, ha investito ancora troppo poco nelle politiche di mobilità sostenibile ed ecco il risultato: troppe auto in circolazione, piste ciclabili ridotte al minimo e un trasporto pubblico poco efficiente. A dirlo è il rapporto Ispra sulla qualità dell'ambiente urbano. Il tasso di motorizzazione dei veicoli privati è passato da 501 auto ogni 1.000 abitanti nel 1991 a 606 nel 2010. Tra le 51 città analizzate, ben 8 hanno un numero di veicoli...
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L’Italia dal suolo fragile

AMBIENTE - Ogni autunno con l’arrivo delle prime piogge intense le strade delle città rischiano di trasformarsi in un percorso a ostacoli, caratterizzato da buche, voragini e sprofondamenti del terreno. Il rapporto sulla “Qualità dell’ambiente urbano”, elaborato dell’Istituto superiore per le protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha censito dal 2008 alcune migliaia di casi di sprofondamenti stradali. Tra le città con il terreno “più fragile” ci sono Roma con 1.832 eventi registrati, seguita da Napoli (234) e Cagliari (67). I fattori responsabili di queste buche e voragini sono diversi, dall’esistenza di una rete di cavità sotterrane fino alle insufficienze del sistema di smaltimento fognario e delle acque di superficie
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Cresce il carrello bio

AMBIENTE - C’è crisi. Non è una novità. Il portafoglio delle famiglie italiane è messo a dura prova: nei primi sei mesi del 2012 i consumi alimentari sono scesi del 3%, ma il mercato del biologico continua a crescere, facendo segnare un aumento del 6,1%. Secondo i dati diffusi dal dossier “Bio, benessere garantito” di AIAB, Coldiretti e Legambiente, l’Italia con oltre 1 milione di ettari certificati è tra i principali produttori europei di alimenti biologici. Un settore che oggi conta più di 48mila operatori, registrando un fatturato di circa 1,5 miliardi di euro
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