Sara Stulle

Sara Stulle

Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.
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Il microscopico ecosistema degli ospedali

Che cosa si nasconde dietro un qualsiasi rubinetto del bagno, sulla sponda di un letto o sulla superficie di una maniglia in ospedale? Migliaia e migliaia di germi e batteri, un microscopico ecosistema, invisibile a occhio nudo, segno del passaggio quotidiano della gente...
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Modelli climatici per scovare l’extraterrestre

Sono circa un migliaio gli esopianeti già scoperti con strumentazioni dedicate, come il satellite Kepler della Nasa, e altri 2.700 sono in attesa di conferma. Per molti anni gli esopianeti sono stati solo ipotizzati mentre ora abbiamo conferma della loro esistenza; se però esistano forme di vita, su questi o altri pianeti ancora da scoprire al di fuori del Sistema Solare, non siamo ovviamente ancora in grado di affermarlo.
 Ciò che possiamo fare è cercare di scoprire se alcuni di questi pianeti potrebbero essere abitabili.
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Al cervello il ritratto piace più del paesaggio

Un team di ricercatori della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma ha analizzato la reazione del cervello delle persone di fronte ai capolavori esposti alla mostra del Vermeer e dei suoi contemporanei e, successivamente, ai dipinti religiosi di Tiziano. Due studi, risultati omogenei, che dimostrano come il cervello reagisca con intensità diversa alla vista di un ritratto o di un paesaggio.
COSTUME E SOCIETÀ

Nel contrasto sta l’età

L'età ha un valore sociale fondamentale: nell'interazione con gli altri essere più giovani o più vecchi ha a che fare con i diritti e con i doveri, con la gerarchia, con i ruoli e le responsabilità. Ma non si tratta solamente di un dato cronologico. Perché anche l'apparire (non l'essere) più o meno giovani dà informazioni agli altri sulla propria salute e sul proprio benessere.
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Il pompiere che vede oltre fumo e fiamme

Vi ricordate di quegli annunci pubblicitari di certe riviste spazzatura anni Ottanta in cui si vendevano occhiali cartonati con cui sbirciare attraverso i vestiti? Chissà quanti allocchi li hanno acquistati. Erano, ovviamente, delle fregature, ma mi sono venuti subito in mente mentre leggevo lo studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblicato sulla rivista di settore Optic Express. Solo che questa volta non si tratta di fantascienza, né di oggetti da voyeur. Piuttosto di una tecnologia innovativa che, se rielaborata a dovere, consentirebbe ai vigili del fuoco di vedere figure umane attraverso il fuoco e le fiamme.
AMBIENTESALUTE

Pellicce tossiche per bambini

In questo momento sono ancora in vendita capi di abbigliamento per bambini dai 18 mesi ai 12 anni che contengono sostanze tossiche e possibili cancerogeni. Si tratta di prodotti di cinque grandi marche che sono sul mercato italiano e i cui inserti in pelliccia sono stati trattati con agenti chimici dannosi per la salute.
AMBIENTECRONACA

I cani rubano al buio

Sapersi mettere nei panni dell'altro comprendendone il punto di vista è una capacità unica, tipica solo dell'essere umano e dei primati. Questo è quello che gli psicologi hanno creduto fino ad oggi.
SALUTE

Penso, dunque muovo

SALUTE - Un interfaccia uomo-macchina non ha mai funzionato così bene come nel caso di Jan Scheuermann, una donna di 53 anni che, dopo la diagnosi di una forma di degenerazione spinocerebellare avvenuta tredici anni fa, è rimasta completamente paralizzata dal collo in giù. Nel 1996 Jan era mamma di due bimbi piccoli e conduceva una vita familiare e lavorativa completamente normale, in California. Un giorno, però, sentì le gambe cedere. I muscoli facevano fatica a reggerla in piedi. Due anni dopo aveva già bisogno della sedia a rotelle, e fu in quel momento che i medici le diagnosticarono la malattia che inevitabilmente avrebbe causato una progressiva degenerazione delle connessioni tra il cervello e i muscoli
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Ab-normal. Ovvero il cervello di un genio

CULTURA - Alla morte di Einstein, il suo corpo fu cremato, ma non il suo cervello. Quello fu asportato durante l'autopsia, conservato e fotografato da ogni angolazione. Poi sezionato in 240 parti e analizzato in diversi laboratori di tutto il mondo. Da queste analisi sono stati pubblicati fino ad ora solo sei studi scientifici convalidati, uno dei quali, nel 1999, aveva già indicato la presenza di un maggior numero di cellule gliali nel lobo parietale del fisico rispetto alla media. Ma nulla di più
AMBIENTEECONOMIA

Addio al caffè come si deve

ECONOMIA - Entro il 2080 potremmo dover scrivere il necrologio dell'Arabica, la varietà di caffè più amato dagli intenditori. E tutto a causa dei cambiamenti climatici. Stando allo studio effettuato dai ricercatori dei Kew Gardens di Londra, in collaborazione con gli etiopi dell'Environment and Coffee Forest Forum, la varietà Arabica, a differenza della meno pregiata Robusta, sarebbe a rischio di estinzione. Gli autori della ricerca, pubblicata in questi giorni su PloS One, hanno analizzato la situazione attuale e, valutando i dati disponibili sugli odierni cambiamenti del clima, hanno potuto realizzare un modello predittivo della distribuzione futura della pianta, in modo da dare avvio alle corrette politiche di conservazione dell'Arabica. Utilizzando i dati bioclimatici hanno ipotizzato tre scenari possibili in tre diversi intervalli temporali: il 2020, il 2050 e il 2080. Tutti gli scenari indicano un'influenza molto negativa dei cambiamenti climatici sulla diffusione dell'Arabica. Anche nell'ipotesi più favorevole, però, c'è poco da ridere: si calcola una riduzione minima dell'Arabica del 38% nei prossimi settant'anni e di una più probabile del 65%. E si arriva, nella peggiore delle ipotesi, ad una drastica perdita del 99,7%, che è solo un modo più delicato di dire che si tratterebbe di una scomparsa praticamente totale della varietà scelte dalle marche di caffè più prestigiose (la Illy, azienda italiana che punta sulla qualità del prodotto vende solo caffè di qualità arabica)
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