Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.
eventi

OggiScienza Va al Festival (della Scienza)

EVENTI - Domani 25 ottobre inizia la decima edizione del Festival della Scienza di Genova e OggiScienza sarà li. Seguiremo tutti le conferenze trasmesse nel sito LIVE (online da domattina) e aggiorneremo tutti i curiosi attraverso tutti i canali "social". Se volete seguire seguire in maniera social il festival anche voi vi consigliamo di farvi amici dei canali Twitter, Facebook, Google+, Istagram (cercate Festival della Scienza da Istagram), Flickr del Festival. Ogni giorno potrete avere aggiornamenti, approfondimenti, livetweet, foto e tanto altro sugli interventi e i suoi sopiti. Faremo anche un liveblog sulle nostre pagine (prorio qui) Già domani l'agenda è nutrita: dopo la cerimonia inaugurale, Giacomo Rizzolatti parlerà di neuroni specchio. Poi sarà il turno di Catherine Vidal che ci svelerà se il cervello ha un sesso. La sera alle 21 poi si potrà assitere a uno spettacolo di scienza e magia. Non perdeteveli e stay tuned.
POLITICA

L’Italia e gli scienziati (de L’Aquila e de l’Ilva)

POLITICA - Due cose sono accadute ieri: è stata emessa la sentenza a carico dei membri della (allora) Commissione Grandi Rischi sui fatti relativi al terremoto de L'Aquila del 2007 e sono stati resi pubblici i dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità sulla salute dei cittadini di Taranto. Due facce di un quadro contraddittorio e doloroso del nostro paese e del suo rapporto fra società civile, politica e scienza. Di entrambi sapete già molto mi limiterò a riassumere brevemente. Piena colpevolezza per tutti gli imputati, riconosciuti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Il giudice ha ritenuto di aggiungere due anni di condanna ai quattro richiesti dall'accusa, interdizione dai pubblici uffici, ecc. Tutti la stessa identica pena, senza distinzione. Cos'è successo? Nel 2009 solo una settimana prima del 6 aprile (per la precisione il 31 marzo), la notte del sisma che ha ucciso più di 300 persone rimaste sepolte nel cuore della notte nelle loro case, la Commissione Grandi Rischi si era riunita (a aseguito del potente sciame sismico cche stava colpendo la zona e aveva messo in allarme la popolazione) per decidere sul da farsi. La commissione era riemersa dalla riunione (frettolosa) senza di fatto concludere nulla e in una successiva conferenza stampa in cui si erano fatte generiche rassicurazioni verso la popolazione (e qualche pseudospiegazione, sul benefico scarico di energia in atto) fatte da Bernardo De Bernardinis e mai smentite dagli altri membri della Commissione. La tesi dell'accusa è che queste parole avevano rassicurato la popolazione che normalmente avrebbe invece dormito fuori casa, inducendoli a restare nella abitazioni, per poi rimanercvi intrappolati la notte fatale.
CRONACA

Pesci brillanti nonostante i materiali

CRONACA - La pelle dei pesci, per la stessa natura e struttura dei materiali di cui è composta, dovrebbe far loro perdere in lucentezza. La pelle è infatti composta da strati di materiale semitrasparente che tende a polarizzare la luce (e cioè riflettere selettivamente solo una parte della luce che colpisce il materiale, trattenendo il resto). Questo però potrebbe risultatre svantaggioso per sardine e aringhe (e non solo): la lucentezza è infatti uno dei modi in cui questi animali confondono l'occhio dei possibili predatori. Uno studio pubblicato su Nature Photonics svela che questi pesci hanno adottato un trucchetto per mantenersi brillanti. La pelle di questi pesci contiene non uno ma due tipi di cristalli di guanina, ognuno con proprietà diversa. Il mix di questi due cristalli, spiegano Julian Partridge e Nicholas Roberts della Bristol's School of Biological Sciences, riflette molta più luce di quanto ciascuno preso singolarmente
CRONACA

Niente Jurassic Park

CRONACA - Una conferma al forte sospetto che il DNA non possa conservarsi così a lungo da poter addirittura maneggiare quello dei dinosauri (magari allo scopo di riportarli in vita, così come vorrebbe Jack Horner) arriva da uno studio sui Proceeding of the Royal Society B, fresco fresco di pubblicazione. Lo studio dimostra che l'emivita del DNA sarebbe di 521 anni (per un frammento di 242 coppie di basi). Questo significa che in questo periodo si dimezza il numero di legami fra nucleotidi originali (significa che nei primi 521 anni si resta con la metà, nei secondi 521 anni con la metà della metà rimanente e via dicendo, fino a che dopo circa 6,8 milioni di anni non rimane nessun legame, ma il DNA risulterebbe illeggibile ben prima, probabilmente già dopo un milione e mezzo di anni). Tutto questo se il reperto fosse conservato in condizioni ideali (a -5°C) e per il DNA mitocondriale esaminato da Morten Allentoft at the University of Copenhagen and Michael Bunce at Murdoch University in Perth. Probabilmente per il DNA nucleare il tempo di decadimento sarebbe ancora più rapido
CRONACA

La carnivora in azione

CRONACA - La drosera è una pianta carnivora molto amata da cultori del genere: assomiglia un po' a un puntaspilli, solo che la punta di ogni tentalcolo è ricoperta di una sostanza appiccicosa che funziona come la carta moschicida, intrappolando gli incauti moscerini. Una specie autraliana (Drosera glanduligera) però oltre ai tentacoli appiccicosi ne ha anche di normali che però si "chiudono" con un meccanismo a catapulta velocissimo (75 millisecondi).
CRONACA

Niente cicatrici per il topo spinoso

CRONACA - La pelle di questo roditore si stacca con insospettabile facilità, quando questo si divincola per sfuggire a un predatore. Per un mammifero, come il topo spinoso (per la precisione Acomys kemp e Acomys percivali), non sembra una strategia vincente con il rischio che c'è di contrarre infezioni attraverso le ferite aperte. Il punto è che, scrivono gli autori di un paper su Nature, questo animale ha straordinarie (specie per un mammifero) capacità rigenerative. La rigenerazione dei tessuti è stata molto studiata in animali come le lucertone, le salamandre e i vermi piatti, che sono capaci di far ricrescere interi arti, a volte come nel caso del verme piatto l'intero organismo a partire anche da una sola cellula, ma nei mammiferi il fenomeno è molto limitato. Il topo spinoso rappresenta un'eccezione nel panorama
SALUTE

Risotto all’arsenico

SALUTE - Negli Usa viene nuovamente sollevata la questione della presenza di arsenico inorganico nel riso venduto nei supermercati. Una ricerca di Consumer Reports (una specie di nostro AltroConsumo) denuncia la presenza di arsenico inorganico in 200 prodotti di derivazione dal riso comunemente venduti al pubblico. Qui trovate anche una tabella emessa dalla FDA (la Food and Drug Administration statunitense) con i valori riscontrati dall'agenzia americana (che prevede di testarne altri mille nel corso dell'anno). L'arsenico inorganico (senza atomi di carbonio) è molto pericoloso per la nostra salute (è cancerogeno, ma può provocare molti altri disturbi, come microdanni renali, ipertensione...) molto di più di quello organico. Quest'accade negli USA, ma il problema della presenza di arsenico nel terreno è mondiale, e anche l'Italia non si salva. "È un problema diffuso in tutto il nostro territorio. Per esempio nella zona di Mantova, dove lavoro io stesso ho registrato valori di 160/170 ppb (parti per miliardo)" Spiega Sergio Ghidini, professore presso il dipartimento di scienze degli alimenti dell'Università di Parma. "Per quanto riguarda l'acqua il limite normativo che era di 50 ppb è stato ora spostato a 10 ppb
CRONACA

Mammiferi invadenti

AMBIENTE - Le specie aliene sono che arrivando da ecosistemi lontani possono avere un impatto devastante sulle specie locali (spesso perché non hanno competitori o predatori). Uno studio pubblicato di recente su Integrative Zoology a opera di un gruppo di ricercatori dell'ISPRA offre un quadro dettagliato delle specie aliene di mammiferi in Europa, dal neolitico a oggi, e ne valuta anche l'impatto sulla biodiversità del vecchio continente. Sorprenderà sapere che almeno il 22% dei mammiferi europei è alieno (due sono le definizioni di alieno usate in questa studio: introdotto in Europa da paesi extra-europei, e introdotto in una regione europea da un'altra regione europea), per un totale di 117 specie
SALUTE

Attenti alla maiala

SALUTE - In un articolo pubblicato oggi su PNAS un team internazionale di ricercatori dà notizia di aver isolato un nuovo ceppo di influenza suina, chiamato H1N2. Molti di voi ricorderanno il predecessore, H1N1, che fu responsabile dell'allarme pandemia del 2009. Il virus proviene da maiali coreani ed è riuscito ad uccidere dei furetti infettati (il furetto viene usato come modello sperimentale per valutare il pericolo infettivo sull'uomo), e a quanto pare si trasemette per via aerea.
CULTURA

Non sparate (solo) sul giornalista?

CULTURA - A sentire i titoli dei quotidiani, del tg o altri mezzi di comunicazione la cura per il cancro dovrebbe essere stata scoperta milioni di volte, il diabete sconfitto, la malaria debellata. E invece no. Certo che noi giornalisti (e gli editori) un mea culpa lo dobbiamo fare se esiste una tale discrepanza fra la percezione pubblica dei risultati della ricerca medica e i risultati reali della stessa. Troppo spesso infatti sui media si tende a calcare la mano sugli strabilitanti effetti di questa o quella cura, sulle entusiasmati prospettive future che sono spesso solo esagerazioni, quando non vere e proprie distorisioni della verità dei fatti. Un piccolo studio (non decisivo) suggerisce però che un po' di responsabilità la possono avere anche gli stessi scienziati. Lo studio pubblicato su PLoS Medicine conferma quanto già noto (e cioè che la pubblicazione di risultati esagerati o inappropriati sui media ha un legame co l'uscita di comunicati stampa altrettanto esagerati o inappropriati) e aggiunge un dato nuovo: l'esagerazione nei comunicati stampa nel campione osservato rifletteva dati riportati in maniera scorretta negli stessi abstract scientifici e cioè i brevi riassunti (scritti dai ricercatori) all'inzio dei paper pubblicati sulle riviste scientifiche (quelle a revisione paritaria). Una specie di effetto a catena, insomma
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