Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa

Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.
CRONACA

Epidemia su Twitter e paradossi dell’amicizia

NOTIZIE - Il fattaccio di ieri su Twitter (link al post) mi ha costretto a notare la coincidenza con la pubblicazione pochi giorni fa su PLoS one fa di uno studio il cui oggetto è “come i social network predicono le epidemie”. Andiamo con ordine (per chi non fosse del tutto informato sui fatti): ieri Twitter (link), il social network di microblogging, diffusissimo da noi ma soprattutto nel mondo anglosassone, è andato in tilt. In un interessante articolo sul Guardian (link) - che vi consiglio di leggere -, Martin Robbins paragona l’evento a una pandemia (“una nuova forma di vita artificiale di tipo sfuggente è nata” scrive sulle pagine del quotidiano anglosassone). Vi riassumo brevemente la spiegazione di Robbins: qualche astuto hacker ha trovato un baco nel codice del sito e ci ha inserito poche righe di JavaScript (un linguaggio di programmazione). I pezzetti di codice inserito facevano in modo che ogni volta che un utente passava col mouse in certe aree dello schermo (inizialmente le semplici parole scritte dei “tweet” – i post di Twitter) partiva automaticamente un “retweet”, cioè il link veniva automaticamente ripostato. Questa azione replicava i pezzetti di codice pirata, diffondendoli nelle varie (infinite) pagine del servizio (quelle dei singoli utenti). L’analogia con la diffusione virale non si ferma qui, perché i pezzetti di codice, proprio come i virus reali, evolvevano (tendenzialmente allargando l’area di schermo in grado di provocare il retweet).
CRONACA

Archea chi?

NOTIZIE - Un articolo recentemente pubblicato su Environmental Biology può essere l’occasione per parlare di alcuni illustri sconosciuti della biologia: gli archei. (Micro)biologi a parte, alzi la mano chi sa davvero cos’è un archea. In genere la tendenza è di associarli ai batteri. È vero entrambi sono esseri viventi procarioti (le cellule che li compongono non hanno un nucleo ben definito e circoscritto, a differenza di noi eucarioti) ma le similitudini si fermano qui. La differenza che passa fra un metanococco (un archea) e il batterio della salmonella, (almeno dal punto di vista del DNA) è la stessa che passa fra quest’ultimo e una tigre. Fra i microbiologi c’è chi addirittura si lamenta dell’uso del termine improprio archeobatteri (una volta realmente usato, ma dalla classificazione tripartita dei domini della vita proposta nel 1990 da Carl Woese, il concetto è stato depennato). Tra parentesi gli archea, a differenza dei batteri, non hanno alcun effetto sulla nostra salute (anche se possono provocare flatulenze)
CRONACA

Vale la pena di salvare gli unicorni?

NOTIZIE - L’avvistamento di esemplari di animali rarissimi e bizzarri (i media di solito usano richiami mitologici, dallo yeti all’unicorno, come in questo caso) negli ultimi tempi risveglia in me un senso di pietà. Le immagini che vengono diffuse ritraggono spesso animali in fin di vita. Se il caso precedente è da archiviare nella categoria bufale, l’ultimo avvistamento invece si riferisce a una specie reale e “gravemente minacciata”. È infatti di qualche giorno fa la notizia del primo avvistamento confermato degli ultimi dieci anni di un esemplare di saola (Pseudoryx nghetinhensis), un animale davvero rarissimo che vive sul confine fra Laos e Vietnam. Nonostante l’animale abbia due corni, viene definito l’unicorno asiatico. Teorie adudaci si spingono persino a ipotizzare che proprio il saola – che qualcuno, senza prova alcuna, pensa abbia vissuto anche in Cina, in epoca preistoria - è il responsabile della vasta mitologia cinese sugli unicorni.
CRONACA

Sniffare la vita

NOTIZIE - Curiosity Rover, il robot che verrà spedito su Marte nel 2012, sarà equipaggiato con un rilevatore di alito pesante e flatulenze. La vita puzza, e se se ne vuole trovare qualche traccia sul Pianeta Rosso un naso sensibile al metilmercaptano, può rivelarsi un prezioso alleato. Sulla Terra la sostanza viene infatti prodotta in grandi quantità dai batteri (alcuni di questi vivono nell’organismo umano provocando certe tipiche puzze)
CRONACA

106 giorni, e Marte è ancora lontana

NOTIZIE - Provate a immaginare: Romain Charles e Diego Urbina (i membri ESA dell’equipaggio) e i loro colleghi della missione Mars500 sono stati sigillati dentro la navicella il 3 giugno di quest’anno e dal 14 dello stesso mese viaggiano tranquillamente in direzione Marte. Fino a oggi fanno ben 106 giorni di permanenza nel razzo, ma ce ne vorranno ancora più di altri 400 prima rientrare a casa. L’atterraggio su Marte è infatti previsto per il 10 febbraio 2011 e il rientro sulla Terra (l’attesissimo “splashdown”) dovrebbe avvenire all’inizio di novembre.
CRONACA

Un’illusione visiva fa il volatile più grande

NOTIZIE - I buontemponi non risparmieranno le battute. D’altronde un uccello che “cerca di sembrare più grande sfruttando un’illusione visiva” se le va proprio a cercare. Umorismi a parte, l’osservazione di John Endler , biologo evoluzionista della Deakin University di Geelong in Australia e colleghi è davvero sorprendente e secondo alcuni conferma lo straordinario sviluppo cognitivo degli uccelli. O almeno, secondo altri, dimostra che il loro cervello è soggetto alle stesse illusioni percetive del nostro, dimostrando una convergenza funzionale fra i due sistemi visivi.
CRONACA

Un altro avatar

NOTIZIE - È dagli anni Novanta che in intenet è stato introdotto il concetto di avatar, nel senso di rappresentazione o alter-ego dell’utente nel mondo virtuale. La forma più evoluta di avatar è intesa come una rappresentazione bi o tridimensionale in grado di muoversi e parlare come un essere umano. Negli ultimi decenni l’uso degli avatar animati è sempre più comune (nelle chat, nei videogame, nei mondi virtuali – come second life – nei servizi di istant messaging – esistono dei plugin anche per skype-...) ma la popolarità di questi alter-ego animati non è ancora decollata veramente. Uno degli ostacoli è la mancanza (o la rozzezza) di linguaggio corporeo, gestualità, postura, espressioni facciali, che nell’essere umano accompagnano sempre l’eloquio, cosa che li rende piuttosto innaturali e quindi spiacevoli da usare.
CRONACA

Un tocco artificiale

NOTIZIE - Qualche anno fa Hugh Herr, guru della prostetica, durante una conferenza pubblica parlava di uomo 2.0. Ricordo come il suo discorso, una miscela esplosiva di follia visionaria e profonda competenza scientifica, mi aveva lasciato stupita, entusiasta, incuriosita, e un tantino sgomenta. Questa stessa sensazione tende a riemergere ogni volta che leggo di lavori come questi pubblicati da poco su Nature Materials. Oggetto delle due ricerche è la pelle artificiale: due team, diversi e che hanno lavorato in maniera totalmente indipendente, hanno messo a punto dei dispositivi con caratteristiche diverse e complementari
CRONACA

Problemi globali: la resistenza agli antibiotici

NOTIZIE - Spiace dirlo, ma la sensazione talvolta è che sugli antibiotici regni sovrana l’ignoranza. Probabilmente non è il caso dei nostri lettori che interessandosi attivamente di fatti scientifici, hanno sicuramente per esempio ben chiara la differenza fra un virus e un batterio (e anche quali sono infezioni virali – come l’influenza stagionale – e quali batteriche – la congiutivite per esempio, o la salmonella ) e sanno anche che è completamente inutile prendere un antibiotico per l’influenza (e qualsiasi altra infezione virale). Do per scontato che la maggior parte di voi sappia queste cose, ma temo che la situazione generale non sia così rosea. Per esperienza diretta ho sentito più di qualcuno (persone di media cultura, con tanto di titoli di studio altisonanti) dichiarare di volere prendere l’antibiotico per il raffreddore. Certo non è che la mia personalissima casistica abbia qualche valore statistico, ma visto che mercoledì scorso ben 190 delegati di 45 paesi si sono riuniti in Svezia proprio per affrontare il grave problema della “resistenza agli antibiotici”, forse la mia personalissima percezione non è poi tanto lontana dal vero.
CRONACA

UE: nuove norme sulla sperimentazione animale

NOTIZIE - Chi vi scrive è un’animalista “moderata”, che ritiene che agli animali debbano in ogni modo essere evitate sofferenze gratuite e inutili, ma che è anche convinta che senza la sperimentazione animale non si sarebbero potuti ottenere gli avanzamenti nella scienza medica (e le vite umane salvate) dei quali invece abbiamo goduto (e tuttora godiamo) nell’ultimo secolo e più. È una forma di egoismo la mia, in cui nonostante tutto istintivamente pongo la vita umana prima di quella animale e mi rendo perfettamente conto che c’è molta gente che non la pensa come me. Nonostante questo mio atteggiamento di compromesso stamattina non ho potuto frenare un brivido nell’apprendere (su Repubblica online) che secondo la nuova direttiva europea sulla sperimentazione animale (approvata ieri) gli animali randagi possono “essere sacrificati sull’altare della scienza”. Inutile dire che mi sono immediatamente immaginata Nico (che nonostante il nome è una femmina), la mia gatta che se ne va in giro impunemente per il vicinato senza collarino, accalappiata dalle forze dell’ordine e internata in qualche centro di ricerca.
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